Le mie preghiere-my prayers. Preghiere, racconti, riflessioni tramandateci dalla nostra storia. Un tesoro di cui non bisogna vergognarsi ma attingere a piene mani.
giovedì 21 settembre 2023
martedì 27 settembre 2022
mercoledì 30 marzo 2022
Il falenino e la stella - don Bruno Ferrero
lunedì 17 maggio 2021
Diventa albero di Elena Bernabè
“Maestro, come faccio a risolvere i
problemi?”
“Diventa albero. E fatti guidare dalla
sua saggezza millenaria. Devi mettere i piedi per terra. Ed ancorarti ben bene
al terreno. Come le radici che si aggrappano con tutta la loro forza alla loro
amata terra. E’ il solo modo per far nascere le gemme. Tu pensi solo ai frutti
ma sono le radici che vanno accudite.”
“Le radici, maestro? Ma quelle di un
albero sono nascoste, nel buio. E anche le mie. Come posso prendermene cura?”
“Entra in quel buio. Si trova lì il
segreto della fioritura. La luce serve a far sbocciare un fiore che ha già
conosciuto le tenebre ed è riuscito ad emergerne. Più forte. Più evoluto. Più
vivo.”
“Cos’altro posso imparare da un
albero?”
“A rimanere ben ancorato al tuo
centro. Anche durante la tempesta. Esso si lascia portare via foglie e rami
secchi dal vento, la sua chioma ondeggia ritornando poi al suo posto. Più
leggera, più rigogliosa, più pulita. Impara ad innalzarti sempre più verso il
cielo, grazie alle radici che divengono ogni giorno più potenti e grazie alle
potature necessarie che il tempo e le tempeste portano a compiere. L’albero è
il maestro del cambiamento: è in continua evoluzione e non contrasta mai il suo
divenire. I lombrichi s’intrufolano tra le sue radici e sui suoi rami cantano
gli usignoli: esso è in grado di sposare gli opposti, di modellarsi in base
alla luce o al buio, di accogliere ogni manifestazione della vita.”
“Come un albero maestro. E’ questo un
modo per affrontare i problemi?”
“L’unico possibile. Impara dall’albero
che non chiude mai i suoi rami nemmeno durante la tempesta. Non si difende, non
si oppone, non si chiude. Si lascia toccare dal vento, dalla pioggia, dalla
neve. Fiducioso di mutare ad ogni tocco. Ed è proprio in questo tocco che si
nasconde il segreto della sua fertilità.”
- Elena Bernabè -
sabato 8 maggio 2021
i due viandanti e l'orso - Esopo
ESOPO, Favole, VI secolo a.C.
Due amici viaggiavano insieme, quand'ecco apparire davanti a loro un grosso orso. Uno di loro salì veloce su un albero e si nascose, mentre l'altro, che stava per essere preso, si gettò al suolo fingendo di essere morto. L'orso gli avvicinò il muso, annusandolo, ed egli tratteneva il respiro, perché, a quanto pare, l'orso non tocca i cadaveri.
Quando l'orso si allontanò, quello sull'albero discese e chiese: "Cosa ti ha detto nell'orecchio quando ti annusava?" E l'altro, piuttosto turbato, rispose: "Mi ha detto di non viaggiare mai più con un compagno che, nel pericolo, non rimane al tuo fianco." La favola insegna che le disgrazie mettono alla prova la bontà degli amici.
Buona giornata a tutti. :-)
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venerdì 30 aprile 2021
Il treno della vita
È stata una lettura interessante ed ho fatto tesoro di questa splendida metafora.
La vita è come un viaggio in treno…
Quando nasciamo e saliamo sul treno, incontriamo le prime persone importanti, che pensiamo ci accompagneranno durante tutto il nostro viaggio: i nostri genitori.
Purtroppo la verità è un’altra.
Loro scenderanno prima di noi e ci lasceranno senza il loro amore, il loro affetto, senza la loro amicizia e compagnia.
Ma per fortuna sul treno salgono altre persone che per noi saranno molto importanti.
Sono i nostri fratelli e sorelle, i nostri amici e tutte le persone meravigliose che amiamo.
Qualcuna di queste persone che sale considera il viaggio come una piccola passeggiata.
Altri trovano solo tristezza nel loro viaggio.
Poi ci sono altri ancora sul treno sempre presenti e sempre pronti ad aiutare coloro che ne hanno bisogno.
Qualcuno, quando scende, lascia una nostalgia perenne.
Qualcun altro sale e riscende subito, e lo abbiamo a mala pena notato.
Ci sorprende come alcuni passeggeri, a cui vogliamo più bene, si seggano in un altro vagone e che in questo frangente ci facciano fare il viaggio da soli.
Naturalmente non ci lasciamo frenare da nessuno: ci prendiamo la briga di spingerci alla loro ricerca nel loro vagone.
Purtroppo qualche volta non possiamo accomodarci al loro fianco, perché il posto vicino a loro è già occupato.
Purtroppo, così è il viaggio: pieno di sfide, sogni, fantasie, speranze e addii … ma senza ritorno.
Allora cerchiamo di fare il viaggio nel miglior modo possibile.
Cerchiamo di andare d’accordo con i nostri vicini di viaggio e cerchiamo il meglio in ognuno di loro.
Ricordiamoci, che in ogni fase del tragitto uno dei nostri compagni di viaggio può vacillare e aver bisogno della nostra comprensione.
Anche noi vacilleremo spesso e ci sarà sicuramente qualcuno che ci tenterà di capirci.
Il grande mistero del viaggio è che non sappiamo quando scenderemo definitivamente!
e tantomeno quando i nostri compagni di viaggio lo faranno.
La separazione da tutti gli amici che ho incontrato durante il viaggio sarà dolorosa.
Lasciare i miei cari sarà molto triste.
Ma ho la speranza che prima o poi si arrivi alla stazione centrale ed ho la sensazione che li vedrò arrivare tutti con un bagaglio che quando erano saliti sul treno non avevano ancora
Ciò che mi renderà felice, sarà il pensiero di aver cercato di contribuire ad aumentare e ad arricchire il loro bagaglio.
Cerchiamo di fare un buon viaggio e che alla fine ne sia valsa la pena.
Mettiamocela tutta per lasciare, quando scenderemo, non solo un posto vuoto, che lascia nostalgia, ma soprattutto bei ricordi in coloro che proseguono il viaggio.
lunedì 12 aprile 2021
Il Re, il mendicante e la mela - don Bruno Ferrero
- don Bruno Ferrero -
Da: “Cerchi nell’acqua” di Bruno Ferrero. Ed. Elledici
Buona giornata a tutti. :-)
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lunedì 8 marzo 2021
La raccoglitrice di vetri sulla spiaggia- Padre Anthony De Mello
lunedì 1 marzo 2021
La rana e il bue
venerdì 5 febbraio 2021
L'Ultimo tocco (la vera storia delle lacrime) - don Bruno Ferrero
martedì 22 ottobre 2019
La cisterna screpolata – don Bruno Ferrero
martedì 30 luglio 2019
La favola del pesciolino d'oro
"Me ne vado in cerca di fortuna", rispose fieramente il pesciolino d'oro.
"Sei arrivato al punto giusto", disse l'anguilla. "Per soli quattro talenti ti puoi comprare questa magnifica e velocissima pinna, grazie alla quale viaggerai a velocità doppia".
"Oh, è un ottimo affare", disse estasiato il pesciolino d'oro. Pagò, prese la pinna e nuotò via più velocemente di prima.
Arrivò ben presto dalle parti di una grossa seppia, che lo chiamò.
"Ehilà, compare, dove te ne vai?".
"Sono partito in cerca di fortuna", rispose il pesciolino d'oro.
"L'hai trovata, figliolo", disse la seppia. "Per un prezzo stracciato ti posso vendere questa elica, così viaggerai ancora più in fretta".
Il pesciolino d'oro comprò l'elica con il denaro che gli era rimasto e ripartì a velocità doppia.
Arrivò ben presto davanti a un grosso squalo, che lo salutò.
"Ehilà, compare, dove te ne vai?".
"Sono in cerca di fortuna", rispose il pesciolino d'oro.
"L'hai trovata. Prendi questa comoda scorciatoia", disse lo squalo indicando la sua gola spalancata, "così guadagnerai un sacco di tempo".
"Oh, grazie mille!", esclamò il pesciolino d'oro e si infilò nelle fauci dello squalo, dove venne comodamente digerito.
Chi non sa bene che cosa vuole, finisce, molto facilmente, dove non avrebbe voluto.
giovedì 20 giugno 2019
La fede – don Bruno Ferrero
Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami.
L'erba era sparita dai prati.
La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate.
Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.
All'ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza.
Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede.
Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari.
Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila.
Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.