giovedì 27 giugno 2019

Il punto interrogativo – Gianni Rodari

C'era una volta un punto
interrogativo, un grande curiosone
con un solo ricciolone,
che faceva domande
a tutte le persone,
e se la risposta
non era quella giusta
sventolava il suo ricciolo
come una frusta.
Agli esami fu messo
in fondo a un problema
così complicato
che nessuno trovò il risultato.
Il poveretto, che
di cuore non era cattivo,
diventò per il rimorso
un punto esclamativo.

(Gianni Rodari)

giovedì 20 giugno 2019

La fede – don Bruno Ferrero

I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia.
Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami.
L'erba era sparita dai prati.
La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate.
Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.
All'ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza.
Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede.
Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari.
Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila.
Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.

 - don Bruno Ferrero -


L’ombrello rosso, 1860 circa
Franz von Lenbach (1836 – 1904) pittore tedesco
Amburgo, Kunsthalle



Buona giornata a tutti. :-)

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martedì 18 giugno 2019

Storia di Ermenegildo - don Soldavini Tiziano

Avevo letto da qualche parte la storia di Ermenegildo, un asino capace di grande altruismo. 
I suoi amici asini dicevano che era un vero dono di Dio. 
Non avrei mai immaginato di poterlo incontrare, invece ne ho avuta l’occasione alcune estati fa...

Era molto buono, in particolare con i bambini, sorrideva sempre e non perdeva mai la pazienza. 
Amava fischiettare un motivetto che aveva imparato a un incontro internazionale per asini. 
Un giorno Ermenegildo si ammalò. Decise di farsi portare nel bosco, fra larici, abeti, pini. Il sottobosco era colmo di felci, ginepri, ginestre e, più in su, si trovava il timo, l’erica. 
Attorno alla chiesetta della Madonna Salute degli Infermi c’erano genziane e, poco più in là, anche le stelle alpine.

In quel bosco poteva stare in pace. Ogni giorno gli animali del bosco, che erano dei veri amici, gli preparavano con cura delle ottime tisane: coglievano 19 piante di timo, 11 bacche di ginepro, 57 grossi mirtilli e un po’ d’erba fresca, che serviva a ridare forza al vecchio asino. 
Al mattino le beccacce svegliavano Ermenegildo e subito gli veniva servita la tisana e dell’erba dal sapore speciale. 
Durante il giorno, invece, il pettirosso, il merlo e l’usignolo facevano a turno per tenergli compagnia, mentre il tasso, grande dormiglione, nelle ore pomeridiane interrompeva il suo sonno per uscire dalla tana e stare in compagna dell’asino più buono al mondo. 
Alla sera la civetta e il gufo, dopo aver servito la tisana preparata questa volta solo con 33 piante di timo, rimanevano accanto a Ermenegildo per tutta la notte, perché non volevano lasciarlo un attimo solo. 
Passarono le settimane, ma l’asino non guariva e questo rendeva tristi i suoi amici.

Un giorno il pettirosso si pose sulle orecchie di Ermenegildo e disse: «Caro vecchio amico, oggi sono volato in paese, mi sono fermato a riposare un poco sul davanzale di una finestra e ho visto un bimbo. Era triste e chiedeva alla mamma di poter accarezzare un asino grigio con il ventre bianco che aveva incontrato nella piazza del paese il giorno della Festa dell’Amore. Ho capito che quell’asino sei tu. Purtroppo ora tu sei stanco e malato e non potrai andare da quel bambino per farlo felice…»

Ermenegildo si alzò subito, ma con fatica e lentamente si diresse verso la casa del bambino. 
Giunto alla casa, iniziò a fischiettare il solito motivetto con tutte le sue forze. Ed ecco che dalla finestra si affacciò il bambino. 
La mamma lo prese fra le braccia, scese le scale e lo portò da Ermenegildo, l’asino buono. 
Il piccolo lo accarezzò dolcemente con le sue manine. Ermenegildo, che non sentiva più alcun dolore, cambiò d’aspetto: diventò luminoso e lentamente si accasciò. Il suo cuore si era fermato.

Il piccolo non comprese cosa fosse successo. La mamma prese la mano del suo bambino, di cui non ricordo il nome, ma credo di non sbagliarmi se dico che è come il tuo, e insieme entrarono in casa. 
Lui era felice perché aveva rivisto l’asino più buono e gioioso del mondo. Dalla finestra si riaffacciò la mamma e vide il falco pellegrino, la poiana, il corvo imperiale, l’aquila che volavano verso il cielo tenendo fra le loro zampe Ermenegildo, mentre gli altri animali fischiettavano la melodia che era solito fischiettare l’asino buono. 
I fiori lasciavano espandere il loro profumo e c’era un dolce vento e l’arcobaleno.

Da quel giorno, da qualche parte, che alcuni chiamano paradiso, vive un asino buono che ha saputo dare tutto di sé per fare felice un bambino.

- don Tiziano Soldavini -

Fonte : don Tiziano Soldavini , "Come vincere l'ansia e la depressione" , ed. Marna, Barzago (Lc), 2005 


Buona giornata a tutti. :-)