Le mie preghiere-my prayers. Preghiere, racconti, riflessioni tramandateci dalla nostra storia. Un tesoro di cui non bisogna vergognarsi ma attingere a piene mani.
tratto da libro: Leggende Cristiane Storie straordinarie di santi, martiri, eremiti e pellegrini a cura di Roberta Bellinzaghi 2004 - Edizioni Piemme S.p.A
Come nacque l’Uomo e l’umanità? Ascoltiamo, dalla mitologia cinese, la storia di P'an-ku e Nu-Kua. In questo mito cinese, la creazione del mondo avviene per opera di un immenso gigante, mentre gli uomini e le donne vengono creati da una dea.
Brano tratto da : "Nettare per gli dei, spade per gli eroi" , M.Botto, M.Fortunato, D.Versace, ed. Il Capitello, Torino, 1989
Dovete sapere che i merli, un tempo, avevano delle bellissime piume bianche e soffici.
Durante il gelido inverno, raccoglievano nei loro nidi le provviste per sopravvivere al gelo, in modo da potersi rintanare al calduccio per tutto il mese di gennaio.
Sarebbero usciti solo quando il sole fosse stato un poco più caldo e i primi ciuffi d’erba avessero fatto capolino tra i cumuli di neve. Così, aspettarono fino al 28 di gennaio, poi uscirono. Le merle cominciarono a festeggiare, sbeffeggiando l’Inverno: anche quell’anno ce l’avevano fatta; il gelo, ai merli, non faceva più paura!
Tutta questa allegria, però, fece infuriare l’inverno, che decise di dare una lezione a quegli uccelli troppo canterini: sulla terra calò un vento gelido, che ghiacciò la terra e i germogli insieme ad essa. Perfino i nidi dei merli furono spazzati via dal vento e dalla tormenta. I merli, per sopravvivere al freddo, furono costretti a rintanarsi nei camini delle case.
Lì, il calduccio li riscaldò e permise loro di resistere a quelle giornate.
Solo a febbraio la tormenta si placò e i merli poterono riprendere il volo.
La fuliggine dei camini, però, aveva annerito per sempre le loro piume bianche: fu così che i merli divennero neri, come li possiamo vedere oggi.
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C’era una volta una vecchietta, che
viveva in una casa piccola e malandata, distante dal villaggio.
La vecchietta usciva ogni mattina per
fare legna nel bosco, poi tornava a casa e si sedeva accanto al focolare
insieme al suo gattino.
Il suo nome era Befana.
Befana aveva la fama di essere una maga
e nessuno si spingeva fino alla sua casetta isolata, tanto più in inverno,
quando i venti gelidi colpivano a raffica e la neve cadeva copiosa.
Una fredda sera di gennaio, Befana sentì
all’improvviso bussare alla sua porta. Naturalmente si spaventò: chi poteva
essere, a quell’ora e con quel tempo?
All’inizio non voleva aprire, ma poi la
curiosità la vinse e si trovò davanti a tre orientali riccamente vestiti, che
erano scesi dai loro cammelli per chiederle quale fosse la strada per
raggiungere Betlemme.
La vecchietta stupefatta si chiese
perché mai volessero andare a Betlemme. I tre orientali (e già, proprio loro, i
Re Magi!) le raccontarono che stavano andando a portare dei doni al Bambino
Gesù e la invitarono a unirsi a loro.
La poverina ci pensò un po’, ma non se
la sentiva proprio di partire con quel freddo. Così diede loro le indicazioni
che chiedevano e li lasciò andare.
Poi, però, si pentì e cercò di
raggiungerli, montò a cavallo della sua scopa (un po' maga lo era davvero!) per
cercarli e andare con loro a rendere omaggio a Gesù, ma non riuscì più a
trovarli.
Fu così che ebbe un’idea: andare in
tutte le case e lasciare un dono ad ogni bambino, nella speranza che uno di
loro fosse Gesù.
Da allora Befana ha continuato, anno
dopo anno, a portare i suoi doni a tutti i bambini nella notte tra il 5 e il 6
gennaio.