Sant'Angelo, Tu mi proteggi fin dalla nascita.
A te affido il mio cuore: dallo al mio Salvatore Gesù,
poiché appartiene a Lui solo.
Tu sei anche il mio consolatore nella morte!
Fortifica la mia fede e la mia speranza,
accendi il mio cuore d'amore divino!
Fa che la mia vita passata non mi affligga,
che la mia vita presente non mi turbi,
che la mia vita futura non mi spaventi.
Fortifica la mia anima nelle angosce della morte;
insegnami ad essere paziente,
conservami nella pace!
Ottienimi la grazia di gustare come ultimo cibo il Pane degli angeli!
Fa che le mie ultime parole siano: Gesù, Maria e Giuseppe;
che il mio ultimo respiro sia un respiro d'amore
e che la tua presenza sia il mio ultimo conforto.
Amen.
- San Francesco di Sales -
«Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto per
troppa bontà che per troppo rigore».
- San Francesco di Sales -
Figlio
primogenito di un’antica famiglia della Savoia si laureò all’università di
Padova per divenire avvocato, scelse di divenire sacerdote e come tale fu
ordinato nel 1593. Fu direttore spirituale di San Vincenzo de’ Paoli. Nel corso
della sua missione di predicatore, nel 1604, conobbe a Digione la nobildonna
Giovanna Francesca Frèmiot, vedova del barone de Chantal, con la quale iniziò
una corrispondenza epistolare ed una profonda amicizia che sfociarono nella
fondazione dell' Ordine della Visitazione. La spiritualità e l'intensa attività
missionaria di Francesco di Sales hanno ispirato nei secoli i fondatori di
numerose famiglie religiose come le Oblate salesiane, le Figlie di San
Francesco di Salles, le Salesiane di don Bosco… Vero pastore di anime,
ricondusse alla comunione cattolica moltissimi fratelli da essa separati,
soprattutto calvinisti e luterani, insegnò ai cristiani con i suoi scritti la devozione e
l’amore di Dio.E’ stato proclamato santo da papa Alesandro VII ed è uno dei
Dottori della Chiesa cattolica. È venerato come santo anche dalla Chiesa
anglicana. Il suo cuore incorrotto si trova nel Monastero della Visitazione a
Treviso (Italy).
- San Francesco di Sales -
La devozione è possibile in ogni vocazione e professione.
Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna «secondo la propria specie» (Gn 1, 11).
Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione.
La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall'artigiano, dal domestico dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta; bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona. Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l'artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo?
Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile?
Questo errore si verifica tuttavia molto spesso.
No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando è sincera con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa.
L'ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l'unisce alla devozione.
La cura della famiglia è resa più leggera, l'amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili. È un errore, anzi un'eresia, voler escludere l'esercizio della devozione dell'ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati.
È vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari.
Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta.
(San Francesco di Sales)
Fonte: “Introduzione alla vita devota (Filotea), parte 1^, cap. 3” di San Francesco di Sales
Buona giornata a tutti. :-)
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