venerdì 14 giugno 2024

Preghiera per la comunità parrocchiale

 O Gesù che hai detto:

" Dove due o più sono riuniti nel mio nome,
io sono in mezzo a loro,"
sii fra noi, che ci sforziamo di essere uniti nel tuo Amore,
in questa comunità parrocchiale.
Aiutaci ad essere sempre" un cuore solo e un'anima sola",
condividendo gioie e dolori, avendo una cura particolare
per gli ammalati, gli anziani, i soli, i bisognosi.
Fa che ognuno di noi si impegni ad essere vangelo vissuto,
dove i lontani, gli indifferenti, i piccoli scoprono
l'Amore di Dio e la bellezza della vita cristiana.
Donaci il coraggio e l'umiltà di perdonare sempre,
di andare incontro a chi si vorrebbe allontanare da noi,
di mettere in risalto il molto che ci unisce
e non il poco che ci divide.
Dacci la vista per scorgere il tuo volto
in ogni persona che avviciniamo
e in ogni croce che incontriamo.
Donaci un cuore fedele e aperto, che vibri
a ogni tocco della tua parola e della tua grazia.
Ispiraci sempre nuova fiducia e slancio
per non scoraggiarci di fronte ai fallimenti,
alle debolezze e alle ingratitudini degli uomini.
Fa che la nostra parrocchia si davvero una famiglia,
dove ognuno si sforza di comprendere, perdonare,
aiutare, condividere; dove l'unica legge
che ci lega e ci fa essere veri tuoi seguaci,
sia l'amore scambievole. Amen.




Che tu ci aiuti, o Dio, noi lo speriamo. E liberaci dal male, ti preghiamo. In acque cristiane dimorare vogliamo, e in Cielo infine entrare, nella gioia di cui è la regina la Vergine che salva da rovina".

[J.R.R. Tolkien]



“Ma la speranza è un’altra cosa, non è ottimismo. La speranza è un dono, è un regalo dello Spirito Santo e per questo Paolo dirà: ‘Mai delude’. La speranza mai delude, perché? Perché è un dono che ci ha dato lo Spirito Santo. Ma Paolo ci dice che la speranza ha un nome. La speranza è Gesù. Non possiamo dire: 'Io ho speranza nella vita, ho speranza in Dio', no: se tu non dici: 'Ho speranza in Gesù, in Gesù Cristo, Persona viva, che adesso viene nell’Eucaristia, che è presente nella sua Parola', quella non è speranza. E’ buon umore, ottimismo…”.

Dal Vangelo, Papa Francesco prende poi il secondo spunto del giorno. L’episodio è quello in cui Gesù guarisce di sabato la mano paralizzata di un uomo, suscitando la riprovazione di scribi e farisei. Col suo miracolo, osserva il Papa, Gesù libera la mano dalla malattia e dimostra “ai rigidi” che la loro “non è la strada della libertà”. “Libertà e speranza vanno insieme: dove non c’è speranza non può esserci libertà”, afferma Papa Francesco. Che soggiunge: “Gesù libera dalla malattia, dal rigore e dalla mano paralizzata quest’uomo, rifà la vita di questi due, la fa di nuovo”:

“Gesù, la speranza, rifà tutto. E’ un miracolo costante. Non solo ha fatto miracoli di guarigione, tante cose: quelli erano soltanto segni, segnali di quello che sta facendo adesso, nella Chiesa. Il miracolo di rifare tutto: quello che fa nella mia vita, nella tua vita, nella nostra vita. Rifare. E questo che rifà Lui è proprio il motivo della nostra speranza. E’ Cristo che rifà tutte le cose più meravigliosamente della Creazione, è il motivo della nostra speranza. E questa speranza non delude, perché Lui è fedele. Non può rinnegare se stesso. Questa è la virtù della speranza”.

E qui, Papa Francesco rivolge uno sguardo in particolare ai sacerdoti. “È un po’ triste – ammette quando uno trova un prete senza speranza”, mentre è bello trovarne uno che arriva alla fine della vita “non con l’ottimismo ma con la speranza”. “Questo prete – continua – è attaccato a Gesù Cristo, e il popolo di Dio ha bisogno che noi preti diamo questo segno di speranza, viviamo questa speranza in Gesù che rifà tutto”:


“Il Signore che è la speranza della gloria, che è il centro, che è la totalità, ci aiuti in questa strada: dare speranza, avere passione per la speranza. E, come ho detto, non sempre è ottimismo ma è quella che la Madonna, nel Suo cuore, ha avuto nel buio più grande: la sera del Venerdì fino alla prima mattina della Domenica. Quella speranza: Lei l’aveva. E quella speranza ha rifatto tutto. Che il Signore ci dia questa grazia”.

del sito Radio Vaticana 





La forza dell’uomo è la preghiera e anche la preghiera dell’uomo umile è la debolezza di Dio. Il Signore è debole soltanto in questo: è debole in confronto alla preghiera del suo popolo”.

Papa Francesco Omelia Casa Santa Marta, 16 Novembre 2013



"Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti.

- Papa Benedetto XVI - 



Buona giornata a tutti. :-)

mercoledì 3 gennaio 2024

La leggenda della Befana


C’era una volta una vecchietta, che viveva in una casa piccola e malandata, distante dal villaggio.
La vecchietta usciva ogni mattina per fare legna nel bosco, poi tornava a casa e si sedeva accanto al focolare insieme al suo gattino.
Il suo nome era Befana.
Befana aveva la fama di essere una maga e nessuno si spingeva fino alla sua casetta isolata, tanto più in inverno, quando i venti gelidi colpivano a raffica e la neve cadeva copiosa.
Una fredda sera di gennaio, Befana sentì all’improvviso bussare alla sua porta. Naturalmente si spaventò: chi poteva essere, a quell’ora e con quel tempo?
All’inizio non voleva aprire, ma poi la curiosità la vinse e si trovò davanti a tre orientali riccamente vestiti, che erano scesi dai loro cammelli per chiederle quale fosse la strada per raggiungere Betlemme.
La vecchietta stupefatta si chiese perché mai volessero andare a Betlemme. I tre orientali (e già, proprio loro, i Re Magi!) le raccontarono che stavano andando a portare dei doni al Bambino Gesù e la invitarono a unirsi a loro.
La poverina ci pensò un po’, ma non se la sentiva proprio di partire con quel freddo. Così diede loro le indicazioni che chiedevano e li lasciò andare.
Poi, però, si pentì e cercò di raggiungerli, montò a cavallo della sua scopa (un po' maga lo era davvero!) per cercarli e andare con loro a rendere omaggio a Gesù, ma non riuscì più a trovarli.
Fu così che ebbe un’idea: andare in tutte le case e lasciare un dono ad ogni bambino, nella speranza che uno di loro fosse Gesù.
Da allora Befana ha continuato, anno dopo anno, a portare i suoi doni a tutti i bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.

Buona giornata a tutti :-)


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sabato 30 dicembre 2023

Preghiera di fine anno


O Dio onnipotente, Signore del tempo e dell'eternità, io ti ringrazio perchè lungo tutto il corso di quest'anno mi hai accompagnato con la tua grazia e mi hai ricolmato dei tuoi doni e del tuo amore.
Voglio esprimerti la mia adorazione, la mia lode e il mio ringraziamento.
Ti chiedo umilmente perdono, o Signore, dei peccati commessi, di tante debolezze e di tante miserie.
Accogli il mio desiderio di amarti di più e di compiere fedelmente la tua volontà per tutto il tempo di vita che ancora mi concederai.
Ti offro tutte le mie sofferenze e le buone opere che, con la tua grazia, ho compiuto.
Fa che siano utili, o Signore, per la salvezza mia e di tutti i miei cari.
Amen


Carissimi amici ed amiche tanti auguri di Buon Anno!
Il Signore ci benedica, ci protegga e ci custodisca.
Stefania