lunedì 31 dicembre 2018

Dialogo di un venditore di Almanacchi e di un passeggero - Giacomo Leopardi

Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?

Passeggero: Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggero: Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggero: Come quest'anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggero: Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggero: Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggero: Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Passeggero: A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggero: Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore: No in verità, illustrissimo.
Passeggero: E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore: Cotesto si sa.
Passeggero: Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore: Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggero: Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore: Cotesto non vorrei.
Passeggero: Oh che altra vita vorreste rifare? La vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore: Lo credo cotesto.
Passeggero: Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore: Signor no davvero, non tornerei.
Passeggero: Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore: Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Passeggero: Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Venditore: Appunto.
Passeggero: Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore: Speriamo.
Passeggero: Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Venditore: Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggero: Ecco trenta soldi.
Venditore: Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. 

(in Giacomo Leopardi, Operette morali)


Carissimi amici ed amiche che sia un buon 2019!





mercoledì 26 dicembre 2018

Il Capro Espiatorio - don Bruno Ferrero

C'erano una volta dieci contadini, che camminavano insieme verso i loro campi. Furono sorpresi da un improvviso uragano, che prese a squassare violentemente le piante e a flagellare la terra.

Correndo in mezzo ai fulmini e alle raffiche di grandine, i dieci si rifugiarono in un vecchio tempio in rovina.
Il fragore dei tuoni era sempre più assordante, i lampi danzavano paurosamente sui pinnacoli del tempio.

I contadini erano terrorizzati e cominciarono a dirsi, a mezza voce, che in mezzo a loro ci doveva essere un grosso peccatore, colpevole di aver fatto scatenare quella furia incontenibile, che li avrebbe annientati tutti.

"Dobbiamo scoprire il colpevole", suggerì uno, "e allontanarlo da noi".
"Appendiamo i nostri cappelli fuori della porta", disse un altro. "Quello di noi a cui appartiene il primo cappello che verrà portato via sarà il peccatore e lo abbandoneremo al suo destino".
Furono tutti d'accordo. A fatica aprirono la porta e in qualche modo attaccarono fuori i loro cappelli di paglia.
Il vento ne ghermì uno immediatamente.
Senza alcuna pietà i contadini spinsero il padrone del cappello fuori della porta.

Il poveretto, piegato in due per resistere al vento, si allontanò nella tempesta.

Aveva fatto pochi passi, quando sentì un boato tremendo: un fulmine spaventoso si era abbattuto sul tempio e lo aveva polverizzato con tutti i suoi occupanti.


- don Bruno Ferrero -


Buona giornata a tutti. :-)




giovedì 13 dicembre 2018

L'equilibrista

C'era una volta un celebre funambolo. Tutti riconoscevano la sua stupefacente abilità: nessuno ricordava di averlo mai visto vacillare o cadere.
Un giorno, il circo dove il funambolo lavorava si trovò in serie difficoltà finanziarie.
Il direttore propose al funambolo di alzare il filo e di aumentare la distanza del percorso per attirare più gente.
I lavoratori del circo avevano posto tutta la loro fiducia nel loro funambolo ed erano sicuri di ottenere un successo strepitoso.
Rivolgendosi ai suoi compagni di lavoro, il funambolo chiese loro: "Siete sicuri che ci riuscirò?".
Tutti risposero: "Abbiamo fiducia in te e siamo assolutamente certi che ci riuscirai".
L'esibizione del funambolo fu un grande successo. Ogni giorno la gente faceva la coda al botteghino del circo per assistere allo straordinario spettacolo di abilità e di coraggio.
Dopo un anno di successo, il direttore volle procurare al circo una maggiore risonanza e propose al funambolo una prestazione eccezionale per attirare ancora più gente. Propose di sistemare un cavo d'acciaio da una riva all'altra di una cascata vertiginosa e di invitare tutta la gente della regione, i giornalisti e le televisioni per quella esibizione senza precedenti.
Tutti i membri del circo rinnovarono la loro fiducia al funambolo. 
Questi non esitò e accettò la sfida.
Già pronto per la pericolosissima traversata sull'esile filo, chiese ancora una volta a tutti i compagni se erano sinceri nell'affermare una fiducia illimitata in lui.
"Sì!", gridarono tutti senza eccezione.
Il funambolo partì e l'impresa riuscì perfettamente, con tutti gli spettatori in delirio.
Improvvisamente il funambolo alzò una mano e chiese di parlare.
"La vostra fiducia in me è grandissima", disse.
"Certo", proclamò uno del circo a nome di tutti.
"Allora, vi voglio proporre una prodezza ancora più straordinaria!".
"Magnifico! Dicci che cos'è. La nostra fiducia in te è sconfinata: qualunque cosa proponi, accetteremo!".
"Propongo di camminare con una carriola su questo cavo d'acciaio e di fare il viaggio di andata e ritorno. Siccome la vostra fiducia nella mia abilità è senza limiti, chiedo a uno di voi di salire sulla carriola per fare con me la traversata".
Nessuno volle salire.

Gesù salì su una barca e i suoi discepoli lo accompagnarono.
Improvvisamente sul lago si scatenò una grande tempesta, e le onde erano tanto alte che coprivano la barca. Ma Gesù dormiva. 
I discepoli si avvicinarono a lui e lo svegliarono gridando: "Signore, salvaci! Stiamo per morire!".
Gesù rispose: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" (Matteo 8,23-26).


Buona giornata a tutti. :)