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lunedì 18 giugno 2018

A coloro che si sentono falliti - don Tonino Bello

Questa lettera la scrivo un po' anche a me. Sono convinto, infatti, che tutti nella vita ci siamo portati dentro un sogno, che poi all'alba abbiamo visto svanire...
Io, per esempio, mi figuravo una splendida carriera. 
Volevo diventare santo. Cullavo l'idea di passare l'esistenza tra i poveri in terre lontane, aiutando la gente a vivere meglio, annunciando il Vangelo senza sconti, e testimoniando coraggiosamente il Signore Risorto. 
Ora capisco che in questo sogno eroico forse c'entrava più l'amore verso me stesso che l'amore verso Gesù. 
Comprendo, insomma, che in quegli slanci lontani della mia giovinezza la voglia di emergere prevaleva sul bisogno di lasciarmi sommergere dalla tenerezza di Dio.
E' il difetto di quasi tutti i sogni irrealizzati: quello di partire con un certo tasso di orgoglio. E il mio non ne era indenne. 
Ciò non toglie, però, ritrovandomi oggi in fatto di santità neppure ai livelli del mezzobusto, mi senta nell'anima una grande amarezza. 
I destinatari, comunque, di questa lettera non sono coloro che, come me, sperimentano le delusioni dei sogni e il pianterreno prosaico delle piccole conquiste. Ma sono tutti quelli che non ce l'hanno fatta a raggiungere neppure gli standard sui quali "normalmente" scorre una esistenza che voglia dirsi realizzata.
Amerigo, per esempio, che ha faticato tanto per laurearsi in medicina e, immediatamente dopo la specializzazione, ha dovuto accantonare ogni progetto di "brillante carriera" per un distacco irreversibile della retina.
Ugo, ragazzo prodigio fino alla maturità classica che si è insabbiato nelle secche degli esami universitari, e non è più riuscito a districarsene. 
Oggi ha quarant'anni, e sua moglie, ad ogni lite, gli rinfaccia il fallimento di essersi ridotto a fare il fattorino presso lo studio di un avvocato.
Marcella, a cui tutti profetizzavano un futuro carico di successi, e che dopo i corsi di perfezionamento in pianoforte all'Accademia Chigiana di Siena ha avuto decine di occasioni per affermarsi. Ha rifiutato tanti partiti, uno meglio dell'altro. Alla fine si è messa con un uomo divorziato che è fallito, e ha dovuto vendersi il pianoforte a coda che le aveva comprato suo padre.
Lucia che straripava di entusiasmo, e voleva diventare missionaria. In primavera sfogliava le margherite per leggervi presagi di felicità, ma poi non è partita perché i suoi l'hanno ostacolata. Ora margherite non ne sfoglia più, ed è finita a fare la commessa in un negozio di articoli da regalo.
Ecco, a tutti voi che avete la bocca amara per le disillusioni della vita voglio rivolgermi, non per darvi conforto col balsamo delle buone parole, ma per farvi prendere coscienza di quanto siete omogenei alla storia della salvezza. 
A voi che, cammin facendo, avete visto sfiorire a uno a uno gli ideali accarezzati in gioventù. 
A voi che avete meritato ben altro, ma non avete avuto fortuna, e siete rimasti al palo. 
A voi che non avete trovato mai spazio, e siete usciti da ogni graduatoria, e vi vedete scavalcati da tutti. 
A voi che una malattia, o una tragedia morale, o un incidente improvviso, o uno svincolo delicato dell'esistenza, hanno fatto dirottare imprevedibilmente sui binari morti dell'amarezza. 
A voi che il confronto con la sorte felice toccata a tanti compagni di viaggio rende più mesti, pur senza ombra di invidia.
A tutti voi voglio dire: volgete lo sguardo a Colui che hanno trafitto!
La riuscita di una esistenza non si calcola con i fixing di Borsa. E i successi che contano non si misurano con l'applausometro delle platee, o con gli indici di gradimento delle folle.
Da quando l'Uomo della Croce è stato issato sul patibolo, quel legno del fallimento è divenuto il parametro vero di ogni vittoria, e le sconfitte non vanno più dimensionate sui naufragi in cui annegano i sogni. Anzi, se è vero che Gesù ha operato più salvezza con le mani inchiodate sulla Croce, nella simbologia dell'impotenza, che non con le mani stese sui malati, nell'atto del prodigio, vuol dire, cari fratelli delusi, che è proprio quella porzione di sogno, che se n'è volata via senza realizzarsi, a dare ai ruderi della nostra vita, come per certe statue monche dell'antichità, il pregio della riuscita.
Non voglio sommergervi di consolazioni. Voglio solo immergervi nel mistero. Nella cui ottica una volta entrati, vi accorgerete che gli stralci inespressi della vostra esistenza concepita alla grande, le schegge amputate dei vostri progetti iniziali, le inversioni di marcia sulle vostre carreggiate mai divenute carriere, non soltanto inutili, ma costituiscono il fondo di quella Cassa deposito e prestiti che alimenta ancora oggi l'economia della salvezza.
A nome di tutti coloro che ne beneficiano vi dico grazie!

Vostro don Tonino Bello


Buona giornata a tutti. :-)





giovedì 22 marzo 2018

Vi benedico - don Tonino Bello

Vi benedico da un altare scomodo,
ma carico di gioia.
Vi benedico da un altare coperto da penombre,
ma carico di luce.

Vi benedico da un altare circondato da silenzi,
ma risonante di voci.
Sono le grazie, le luci, le voci dei mondi,
dei cieli e delle terre nuove che,
con la Risurrezione,
irrompono nel nostro mondo vecchio
e lo chiamano a tornare giovane.
Amen! Alleluia!

- don Tonino Bello -



Buona giornata a tutti. :-)




domenica 25 febbraio 2018

A voi inquieti di Dio - don Tonino Bello


E ora, visto che mi sono messo ad assicurare preghiere un po' per tutti,
vorrei rivolgermi anche a voi che,
pur non essendovi mai allontanati da Dio,
non riuscite ugualmente a trovargli posto nella vostra vita.
Per sé parrebbe un controsenso.
Perché Dio è la fontana della Pace,
e chi si lascia da lui possedere non può soffrire i morsi dell'inquietudine.
Però sta di fatto che, o per difetto di affido alla sua volontà,
o per eccesso di calcolo sulle proprie forze,
o per uno squilibrio di rapporti tra debolezza e speranza,
o chi sa per quale misterioso disegno,
è tutt’altro che rara la coesistenza di Dio con l’insoddisfazione cronica dello spirito.
Mi rivolgo perciò a voi, icone sacre dell’irrequietezza,
per dirvi che un piccolo segreto di pace ce l’avrei anch’io da confidarvelo.
A voi, per i quali il fardello più pesante che dovete trascinare siete voi stessi.
A voi, che non sapete accettarvi e vi crogiolate nelle fantasie di un vivere diverso.
A voi, che fareste pazzie per tornare indietro nel tempo e dare un’altra piega all’esistenza.
A voi, che ripercorrete il passato per riesaminare mille volte gli snodi fatali delle scelte che oggi rifiutate.
A voi, che avete il corpo qui, ma l’anima ce l’avete altrove.
A voi, che avete imparato tutte le astuzie del «bluff» perché sapete che anche gli altri si sono accorti della vostra perenne scontentezza, ma non volete farla pesare su nessuno e la mascherate con un sorriso quando, invece, dentro vi sentite morire.
A voi, che trovate sempre da brontolare su tutto,
e non ve ne va mai a genio una,
e non c’è bicchiere d’acqua limpida che non abbia il suo fondiglio di detriti.
A tutti voi voglio ripetere: non abbiate paura.
La sorgente di quella pace, che state inseguendo da una vita,
mormora freschissima dietro la siepe delle rimembranze presso cui vi siete seduti.
Non importa che, a berne, non siate voi.
Per adesso, almeno.
Ma se solo siete capaci di indicare agli altri la fontana,
avrete dato alla vostra vita il contrassegno della riuscita più piena.
Perché la vostra inquietudine interiore si trasfigurerà in «prezzo da pagare» per garantire la pace degli altri.
O, se volete, non sarà più sete di «cose altre», ma bisogno di quel «totalmente Altro» che, solo,
può estinguere ogni ansia di felicità.
Vi auguro che stasera, prima di andare a dormire,
abbiate la forza di ripetere con gioia le parole di Agostino, vostro caposcuola:
«O Signore, tu ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».
Buona notte.

(don Tonino Bello)


Buona giornata a tutti. :-)






martedì 28 marzo 2017

Benedizione - don Tonino Bello

La strada vi venga sempre dinanzi
e il vento vi  soffi  alle spalle
e la rugiada bagni sempre l’erba
su cui poggiate i passi.
E il sorriso brilli sempre
sul vostro volto.
E il pianto che spunta
sui vostri occhi
sia solo pianto di felicità.
E qualora dovesse trattarsi
di lacrime di amarezza e di dolore,
ci sia sempre qualcuno
pronto ad asciugarvele.
Il sole entri a brillare
Prepotentemente nella vostra casa,
a portare tanta luce,
tanta speranza e tanto calore.


- Don Tonino Bello -


Buona giornata a tutti. :-)




mercoledì 11 gennaio 2017

Vi benedico - don Tonino Bello

Vi benedico da un altare scomodo,
ma carico di gioia.
Vi benedico da un altare coperto da penombre,
ma carico di luce.
Vi benedico da un altare circondato da silenzi,
ma risonante di voci.
Sono le grazie, le luci, le voci dei mondi,
dei cieli e delle terre nuove che,
con la Risurrezione,
irrompono nel nostro mondo vecchio 
e lo chiamano a tornare giovane.
Amen! Alleluia!
- don Tonino Bello - 



Buona giornata a tutti. :-)