martedì 26 marzo 2019

E Dio creò il padre - don Bruno Ferrero


Quando il buon Dio decise di creare il padre, co­minciò con una struttura piuttosto alta e robusta.
Allora un angelo che era lì vicino gli chiese: «Ma che razza di padre è questo? Se i bambini li farai alti come un soldo di cacio, perché hai fatto il padre così grande? Non potrà giocare con le biglie senza met­tersi in ginocchio, rimboccare le coperte al suo bam­bino senza chinarsi e nemmeno baciarlo senza quasi piegarsi in due!».
Dio sorrise e rispose: «E vero, ma se lo faccio piccolo come un bambino, i bambini non avranno nes­suno su cui alzare lo sguardo».
Quando poi fece le mani del padre, Dio le mo­dellò abbastanza grandi e muscolose.
L'angelo scosse la testa e disse: «Ma... mani co­sì grandi non possono aprire e chiudere spille da ba­lia, abbottonare e sbottonare bottoncini e nemmeno legare treccine o togliere una scheggia da un dito».
Dio sorrise e disse: «Lo so, ma sono abbastanza grandi per contenere tutto quello che c'è nelle tasche di un bambino e abbastanza piccole per poter strin­gere nel palmo il suo visetto».
Dio stava creando i due più grossi piedi che si fos­sero mai visti, quando l'angelo sbottò: «Non è giu­sto. Credi davvero che queste due barcacce riusci­rebbero a saltar fuori dal letto la mattina presto quando il bebè piange? O a passare fra un nugolo di bambini che giocano, senza schiacciarne per lo meno due?».
Dio sorrise e rispose: «Stà tranquillo, andranno benissimo. Vedrai: serviranno a tenere in bilico un bambino che vuol giocare a cavalluccio o a scaccia­re i topi nella casa di campagna oppure a sfoggiare scarpe che non andrebbero bene a nessun altro».
Dio lavorò tutta la notte, dando al padre poche parole ma una voce ferma e autorevole; occhi che ve­devano tutto, eppure rimanevano calmi e tolleranti. Infine, dopo essere rimasto un po' sovrappensiero, aggiunse un ultimo tocco: le lacrime. Poi si volse all’angelo e domandò: «E adesso sei convinto che un padre possa amare quanto una madre?».


(Erma Bombeck)



Degli studenti universitari ebbero come compito per il fine settimana un lungo e caloroso abbraccio al loro papà.
«Non posso farlo» protestò uno, «mio padre mo­rirebbe».
«E poi» disse un altro, «mio padre sa che lo amo».
«Allora è facile» replicò il professore. «Perché non lo fai?».
Il lunedì seguente tutti parlavano, sorpresi, di co­me fosse stata soddisfacente l'esperienza.
«Mio padre si è messo a piangere!» diceva uno. E un altro: «Strano. Mio padre mi ha ringraziato».

(don Ferrero Bruno)
Fonte:"C'è qualcuno lassù" di Bruno Ferrero, ed.ElleDiCi, 1993


Buona giornata a tutti. :-)





domenica 24 marzo 2019

La trappola per topi

Un topo stava guardando attraverso un buco nella parete, spiando quello che il contadino e sua moglie stavano facendo. Avevano appena ricevuto un pacco e lo stavano scartando tutti contenti.
"Sicuramente conterrà del cibo" pensò il topo.
Ma quando il pacco fu aperto il piccolo roditore rimase senza fiato. Quella che il contadino teneva in mano non era roba da mangiare, era una trappola per topi!
Spaventato, il topo cominciò a correre per la fattoria gridando: "State attenti! C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!".
La gallina, che stava scavando per terra alla ricerca di semi e vermetti, alzò la testa e disse: "Mi scusi, signor Topo, capisco che questo può costituire per lei un grande problema, ma una trappola per topi non mi riguarda assolutamente. Sinceramente non mi sento coinvolta nella sua paura". 
E, detto questo, si rimise al lavoro per procurarsi il pranzo.
Il topo continuò a correre gridando: "State tutti attenti! C'è una trappola per topi in casa! C'è una trappola per topi in casa!". 
Casualmente incontrò il maiale che gli disse con aria accattivante: "Sono veramente dispiaciuto per lei, signor Topo, veramente dispiaciuto, mi creda. ma non c'è assolutamente nulla che io possa fare".
Ma il topo aveva già ripreso a correre verso la stalla dove una placida mucca ruminava, sonnecchiando, il suo fieno.
"Una trappola per topi? - gli disse - E lei crede che costituisca per me un grave pericolo?". 
Fece una risata e riprese a mangiare tranquillamente.
Il topo, triste e sconsolato, ritornò alla sua tana preparandosi a dover affrontare la trappola tutto da solo.
Proprio quella notte, in tutta la casa si sentì un fortissimo rumore, proprio il suono della trappola che aveva catturato la sua preda. 
La moglie del contadino schizzò fuori dal letto per vedere cosa c'era nella trappola ma, a causa dell'oscurità, non si accorse che nella trappola era stato preso un grosso serpente velenoso. 
Il serpente la morse.
Subito il contadino, svegliato dalle urla di lei, la caricò sulla macchina e la portò all'ospedale dove venne sottoposta alle prime cure. 
Quando ritornò a casa, qualche giorno dopo, stava meglio ma aveva la febbre alta. Ora tutti sanno che quando uno ha la febbre non c'è niente di meglio che un buon brodo di gallina. E così il contadino andò nel pollaio e uccise la gallina trasformandola nell'ingrediente principale del suo brodo.
La donna non si ristabiliva e la notizia del suo stato si diffuse presso i parenti che la vennero a trovare e a farle compagnia. 
Allora il contadino pensò che, per dare da mangiare a tutti, avrebbe fatto meglio a macellare il suo maiale. E così fece.
Finalmente la donna guarì e il marito, pieno di gioia, organizzò una grande festa a base di vino novello e bistecche cotte sul barbecue. 
Inutile dire quale animale fornì la materia prima.

Morale: la prossima volta che voi sentirete qualcuno che si trova davanti ad un problema e penserete che in fin dei conti la cosa non vi riguarda, ricordatevi che quando c'è una trappola per topi in casa tutta la fattoria è in pericolo.

"Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona.
Essa suona anche per te".


(Ernest Hemingway)



Buona giornata a tutti. :-)



martedì 19 marzo 2019

La Festa di San Giuseppe

Marzo è il mese di San Giuseppe, patrono della Chiesa Universale.

La festa di San Giuseppe che si celebra il 19 Marzo ha origini molto antiche, che risalgono alla tradizione pagana. Il 19 Marzo è a tutti gli effetti la vigilia dell’equinozio di primavera, quando si svolgevano i baccanali, i riti dionisiaci volti alla propiziazione della fertilità, caratterizzati da un’estrema licenziosità.
Nel mese di Marzo venivano svolti anche i riti di purificazione agraria. 
Tracce del legame con questo tipo di culti si ritrovano nella tradizione dei falò dei residui del raccolto dell’anno precedente ancora diffusi in molte regioni.
La festa di San Giuseppe è anche la festa del papà, ma non in tutto il mondo. Nei Paesi anglossassoni infatti la festa del papà viene celebrata la terza domenica di Giugno e non assume caratteri religiosi.
La festa del papà nasce in America all’inizio del Novecento come una festa improntata alla laicità. 
In Italia come in molti altri Paesi la festa si caratterizza per la sua collocazione nella dimensione cattolica, affondando le sue radici nella Chiesa dell’est e poi portata in Occidente.
Secondo la tradizione San Giuseppe, oltre ad essere il patrono dei falegnami e degli artigiani, è anche il protettore dei poveri, perchè a Giuseppe e Maria fu negato un riparo per il parto da poveri in fuga. Da ciò l’usanza presente in alcune regioni del Sud di invitare i poveri il 19 Marzo al banchetto di San Giuseppe. Il padrone di casa serviva i poveri, che siedevano alla tavola benedetta da un sacerdote. 
E’ per questo che un elemento importante legato alla festa di San Giuseppe è il pane, che ricorre spesso soprattutto nel contesto siciliano, soprattutto deposto sugli altari.
I falò e le tavole imbandite si ritrovano anche nel Salento, dove la festa è celebrata all’insegna degli elementi fondamentali del pellegrinaggio e dell’ospitalità.
L'8 dicembre  1870, papa Pio IX ha proclamato lo Sposo di Maria, Patrono della Chiesa Universale. 
Il 19 marzo Benedetto XVI festeggia il suo onomastico, san Giuseppe. Quest'anno siamo nel 56° della morte del beato Giovanni XXIII, 1963-2013, ossia Angelo Giuseppe Roncalli, devotissimo a san Giuseppe, tanto che volle inserire il suo nome nella preghiera eucaristica detta Canone Romano.




Buona giornata a tutti. :-)